Negoziazione assistita divorzio: la “pigrizia” degli avvocati
Lo scorso 11 maggio 2022 due coniugi, di cui uno assistito dallo Studio Legale Benetti, hanno sottoscritto una convenzione di negoziazione assistita allo scopo di divorziare; il successivo 15 giugno 2022 essi hanno sottoscritto il relativo verbale e il 23 giugno 2022 tale verbale ha ottenuto il nulla-osta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena.
Risultato: divorziati in un mese e 12 giorni, senza aver mai messo piede in Tribunale!
Storie dell’altro mondo? Fantascienza? Tutt’altro!
L’istituto della negoziazione assistita, introdotto nel 2014 (Decreto-legge 12 settembre 2014 n. 132, convertito in Legge dall’art. 1, comma 1, Legge 10 novembre 2014 n. 162) permette di separarsi e divorziare in tempi rapidissimi, evitando la molto più lunga procedura giudiziaria.
Il problema della negoziazione assistita divorzio è che, purtroppo, sconta ancora una grande diffidenza da parte degli avvocati, che sono gli unici protagonisti, al posto dei Giudici, in questo tipo di procedura.
Vediamo quindi nel dettaglio questo istituto e perché è utile in caso di divorzio.
Che cosa si intende per divorzio con negoziazione assistita
Si tratta, in estrema sintesi, di una procedura alternativa alle procedure giudiziarie, gestita interamente dagli avvocati, ai quali è affidato il compito di mettere d’accordo i propri clienti al fine di sottoscrivere un verbale che valga quanto una sentenza.
Questo significa che gli (ex) coniugi possono risolvere la controversia facendo a meno del Giudice e del Tribunale e ricorrendo quindi alla sola assistenza degli avvocati.
La negoziazione assistita è stata introdotta in Italia proprio per alleggerire il carico di lavoro dei Tribunali, e non vale solo per separazioni e divorzi, ma anche per altre controversie legali.
Restando in ambito coniugale, è bene chiarire che si può ricorrere al divorzio con negoziazione assistita, anche in caso di figli minori o maggiorenni non ancora autosufficienti, mentre non è possibile utilizzare questa procedura per disciplinare situazioni in cui vi sono figli nati non dal matrimonio.
Negoziazione assistita divorzio: come funziona nel dettaglio
Di solito, la negoziazione assistita per i casi di separazione o divorzio funziona così.
Un coniuge si presenta dal proprio legale e insieme al suo aiuto comunica, con una raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzata all’altro coniuge, l’intenzione di effettuare una negoziazione.
Se d’accordo, il secondo coniuge, assistito dal proprio avvocato, accetta la negoziazione. A questo punto, si procede con la realizzazione di una convenzione che può avere come oggetto la separazione, il divorzio o la modifica a precedenti accordi, e che include i termini entro i quali i coniugi dovranno raggiungere un accordo.
Se questo viene raggiunto, i coniugi firmano con i loro avvocati l’accordo, che sarà poi inviato al Procuratore della Repubblica che dovrà esprimere il suo nulla-osta entro 10 giorni.
Una volta che la Procura concede il nulla-osta, gli avvocati trasmettono l’accordo all’Ufficiale di Stato Civile del Comune dove era stato registrato il matrimonio.
Tutto qui.
Rapido, semplice, senza stress.
Negoziazione assistita: perché no?
Come si vede, con la negoziazione assistita viene attribuito agli avvocati un ruolo davvero importante, cioè quello di definire senza coinvolgimento della magistratura e in pochi mesi cause che, se portate in tribunale, avrebbero durate assai più lunghe.
Giusto per far capire meglio la differenza: i dati Istat dicono che nel 2018 in Emilia-Romagna il tempo medio di un divorzio congiunto era di 137 giorni e, oggi, la situazione non è cambiata. Con un divorzio con negoziazione assistita, il nostro studio ha fatto ottenere il divorzio in 42 giorni: meno di un terzo del tempo rispetto alla media!
Ma allora come mai la negoziazione assistita per il divorzio è ancora così poco praticata?
Se è vero che su altri argomenti la procedura di negoziazione assistita può essere poco efficace se non addirittura inutile (pensiamo ad esempio a complesse cause di successione, in cui vi siano impugnazione di testamenti e rivendiche di quote di legittima da parte degli eredi), nel caso invece di un divorzio congiunto davvero non si capisce perché non utilizzarla. Perché non permettere ai coniugi di accelerare i tempi ed evitare per giunta di presentarsi in Tribunale?
“Un civile divorzio è una contraddizione in termini”, recitava l’avvocato Gavin D’Amato interpretato da Danny De Vito nella tragicomica commedia “La Guerra dei Roses”. Dispiace, da avvocato, notare che l’Avvocatura italiana sembri ancora arroccata a questa idea.
Nonostante misure al passo con i tempi, molti di noi sono ancora poco propensi al cambiamento, fermi a quelle procedure abituali che causano stress non solo alle persone coinvolte, ma anche al lavoro quotidiano dei tribunali.
Per fortuna, un’altra via è possibile. E il nostro Studio Legale ci crede.
Avv. Fabio Benetti
Laureato in Giurisprudenza nel 1987. Iscritto all’Albo degli Avvocati di Modena dal 1990,
Cassazionista. Si occupa prevalentemente di Diritto Privato e Locazioni, Diritto di Famiglia, Successioni, Procedure concorsuali.